Il brano del Vangelo (Letture: Nm 21,4-9; Salmo 39; 2 Tm 1, 8-14; Gv 10, 11-18) ci presenta l'immagine di Gesù come Buon Pastore, immagine molto conosciuta ed amata. Ma si tratta di un’immagine carica di molti significati. Desideriamo soprattutto cogliere il significato che l’evangelista Giovanni vuole presentarci, non dimenticando che quando Gesù si è presentato come Buon Pastore, i capi dei giudei non hanno per nulla apprezzato questa sua dichiarazione. Perché la dichiarazione di Gesù che si presenta come buon pastore è un’affermazione che riguarda la sua identità e la sua missione. Quando nel Vangelo di Giovanni Gesù afferma “Io sono”, ci troviamo di fronte ad una dichiarazione biblica decisamente impegnativa, profondamente teologica. L’espressione “Io sono” riguarda il nome di Dio. Gesù, con questa espressione, afferma la sua condizione divina. L’affermazione “Io sono il Buon Pastore” non riguarda solo la bontà di Gesù, ma riguarda soprattutto il suo essere pastore “bello”, vero, autentico, unico. Ricordiamo la profezia del libro di Ezechiele, al cap. 34°: il Signore, dopo aver rimproverato i pastori del popolo che non si prendono cura del gregge, annuncia che “verrà un tempo in cui io stesso mi prenderò cura del mio gregge”. Quindi il Signore sarà il vero pastore del suo popolo. Ebbene, Gesù dichiara che il tempo annunciato dal profeta è arrivato. Ecco perché la sua affermazione suscita la reazione molto dura dei capi religiosi: essi ben comprendono il significato delle parole di Gesù! La caratteristica che rende riconoscibile Gesù come il pastore vero è questa: «il Buon Pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10, 11). Possiamo dire che qui Gesù supera la stessa profezia di Ezechiele. Mentre per il Profeta il pastore si prende cura del suo gregge, con Gesù il pastore arriva al punto di offrire la sua vita per le sue pecore. È la missione di Gesù che arriva al dono totale di sé sulla croce. Siamo pure invitati a entrare nella dinamica di amore e di conoscenza tra il pastore e le pecore. Gesù «conosce le sue pecore e le sue pecore conoscono lui» (v 14): c’è una conoscenza e una comunicazione intima d’amore tra Gesù e i suoi discepoli, che è simile – così afferma Gesù – a quella tra il Padre e lui. «Così come il Padre conosce me, io conosco il Padre e do la mia vita per le pecore » (v. 15): l’amore del Padre arriva a noi grazie a Gesù che offre a noi la sua vita. Così noi formiamo un’unica realtà di amore con Dio, che è amore, per mezzo dell’amore infinito del suo Figlio, Pastore Buono e vero. Siamo qui a esprimere il nostro grazie al Signore perché egli è il nostro Buon Pastore: egli offre la sua vita per noi, abita il nostro cuore, è la nostra guida in ogni circostanza della vita. Ma siamo qui a ringraziare il Signore che ha concesso al santo Gianelli di essere un grande segno di Cristo, Buon Pastore. Il Gianelli ha camminato sulla strada dell’amore e della donazione, seguendo fedelmente Gesù. Rendiamo grazie a Dio per il dono di questo vescovo, di questo Pastore Buono che ha conosciuto l’amore di Dio che si è svelato in Gesù Cristo e ha testimoniato questo amore nella sua appassionata carità pastorale. Per noi la figura di questo vescovo è un grande segno della benedizione di Dio per questa nostra Chiesa di Piacenza-Bobbio. Il santo Gianelli sia per tutti noi di esempio nel suo desiderio vivo di seguire il Signore Gesù e nella sua disponibilità a servire il gregge del Signore. Lo preghiamo in particolare, care sorelle, per la vostra Congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto. Lo preghiamo poi per la Missione popolare diocesana. Il vescovo Gianelli ha predicato ed attuato molte missioni per il popolo, sia nella diocesi di Bobbio come in molte parrocchie del piacentino. Ha molto sofferto “per il Vangelo”, come afferma l’apostolo Paolo nella seconda lettura, rischiando spesso l’incomprensione e persino la propria vita, pur di arrivare a riconciliare i cuori del suo popolo. Con la sua intercessione e con il suo esempio aiuti la nostra Chiesa a camminare con entusiasmo verso la Missione popolare. Amen.
† Mons. Gianni Ambrosio,
Vescovo Piacenza-Bobbio
Omelia, 7 giugno 2010
Festa di S.A.M.Gianelli
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